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TOTO ESUBERI NELLE BANCHE

CHI NE DENUNCIA 15.000…CHI 20.000…E CHI ADDIRITTURA…150.000!!!

E’ stato lo sport preferito dell’estate ed è ancora in piena attività; ormai praticamente senza remore e senza freni ha visto l’assidua partecipazione del “gotha dell’economia italiana”.

  • BANCHIERI o PSEUDO TALI, magari gli stessi che hanno elargito a piene mani finanziamenti ad amici degli amici contribuendo così ad inondare il sistema di sofferenze;
  • ECONOMISTI o ESPERTI FINANZIARI, che oggi sostengono l’esatto contrario rispetto a quanto dichiarato in passato (forse perché per certi soggetti l’importante è essere in linea con il potere…) citiamo ad esempio:
    • POLITICI che hanno fino ad oggi sponsorizzato e sostenuto banchieri e apparati di potere a loro vicini avvalorandone le scelte;
    • ORGANISMI DI CONTROLLO che più che prevenire e curare, come sarebbe stato loro compito, sono intervenuti quando ormai la frittata era già fatta.

Certamente persone poco aggiornate su quanto sta realmente accadendo nelle Filiali e negli Uffici delle banche che hanno rilanciato, imprudentemente e con forza, il toto esuberi.
Per UNISIN, Sindacato autonomo, abituato a confrontarsi quotidianamente con i Lavoratori nei posti di lavoro, il problema generalizzato degli esuberi riguardante tutto il sistema bancario, nessuno escluso, non esiste!!!
Siamo certamente consapevoli che, nelle banche da qualche tempo balzate all’onore delle cronache (a causa di responsabilità gravissime di certi vertici che magari ancora siedono imperturbabili sulle stesse poltrone), il problema degli esuberi esiste e va affrontato seriamente, siamo comunque altrettanto sicuri che in altre realtà tale aspetto non esiste, o comunque non è così grave come qualcuno vuol far credere.

A conferma di ciò vi è:

  • Il fatto che alcuni gruppi bancari (tra i quali Intesa Sanpaolo) hanno avuto “strabilianti” risultati di bilancio negli ultimi anni nonostante la crisi e garantiscono, ormai da diverso tempo, sontuosi dividendi ai propri azionisti come mai successo in passato;
  • Il fatto che entrando in una qualsiasi filiale o ufficio di banca ci si rende conto che di personale in eccedenza non ne esiste proprio…anzi!

Da quello che ci segnalano i Colleghi, dalle lamentele raccolte dalla Clientela e da ciò che
notiamo direttamente, il personale addirittura, manca!! Senza considerare che tale carenza si aggraverebbe di molto, nel caso in cui venissero applicate pedissequamente da parte dei Colleghi, le normative interne ed esterne previste dai vari modelli di business in vigore.

Su quest’ultimo punto, poi, vorremmo aprire una parentesi molto importante. Da tante parti ci si affretta, a parole, ad ergersi a paladini dei risparmiatori “truffati” ma NESSUNO SI PREOCCUPA DEL FATTO CHE IL PERSONALE DELLE BANCHE SIA REALMENTE MESSO NELLE CONDIZIONI DI ADEMPIERE CORRETTAMENTE A TUTTA LA NORMATIVA A TUTELA DEI CONSUMATORI E DI SE STESSO. Gli Organi preposti dovrebbero svolgere un’attività di controllo per il rispetto delle disposizioni di servizio che vengono impartite e verificare se sussistano realmente le condizioni organizzative e di forza lavoro dedicata, affinché tali aspetti siano espletati e curati nel migliore dei modi, così come del resto la legge richiede.

In genere SI PREFERISCE UNA “CONDANNA SOMMARIA” DEGLI OPERATORI SENZA FARSI ALCUNA DOMANDA, AFFOSSANDO COSÌ L’ANELLO PIÙ DEBOLE DELLA CATENA E CERTAMENTE QUELLO CHE HA POCHISSIME O ADDIRITTURA NESSUNA RESPONSABILITÀ.

Quando si parla indistintamente di esuberi, anche questi aspetti dovrebbero essere valutati attentamente se, realmente, si ritiene che il cittadino/cliente sia un soggetto da tutelare.

Ci sembra inoltre quanto mai opportuno ricordare che i vertici bancari – che in questi mesi hanno denunciato forti esuberi nel settore, secondo loro determinati per la gran parte dalla chiusura e accorpamento delle filiali e degli uffici – sono gli stessi che sino a qualche tempo fa, magari seguendo le indicazione di qualche strapagata società di consulenza, spingevano per una forte capillarizzazione della rete di vendita. A fronte di queste scelte rivelatesi poi sbagliate, a pagarne le conseguenze come sempre accade, sono le Lavoratrici e i Lavoratori.

Sia ben inteso che: una riorganizzazione del sistema bancario va attuata, ma prima di tutto occorre sviluppare un’analisi seria di quelle che sono state le motivazioni che ci hanno portato a questa situazione. Solo così si potranno trovare soluzioni efficaci alle problematiche esistenti e si ridarà quella stabilità e fiducia che il settore da troppo tempo ha ormai perso.

Nel frattempo ci chiediamo:

  • L’attuale management del sistema bancario può essere considerato all’altezza della situazione? E’ in grado di affrontare le sfide che ci attendono? I protagonisti continueranno ad essere sempre gli stessi?
  • Siamo sicuri che l’organizzazione generale del lavoro, alla luce dei recenti sviluppi, potrà affrontare ed esaudire le necessità del mercato? Oppure siamo ancora ostaggio di procedure vetuste e di una assurda quanto non più tollerabile burocrazia ? Le Aziende come intendono affrontare queste problematiche ?
  • Ci domandiamo se il modello così come impostato, basato prevalentemente sulle non più accettabili pressioni commerciali alla vendita che mortificano costantemente le Lavoratrici ed i Lavoratori, non sia più umanamente ed eticamente sostenibile al punto che si renda necessario un deciso quanto urgente cambio di passo?

Già iniziando a dare risposte a queste semplici domande si possono trovare alcune soluzioni ai tanti problemi che affliggono il settore. Questa, secondo noi, è la strada giusta da seguire.

Una cosa è certa: comunque vada a finire questa situazione le Lavoratrici e i Lavoratori non hanno alcuna responsabilità!…caso mai ne sono le vittime!

Se si capisce questo e si agisce con buon senso e senza inutili proclami e in tutta trasparenza, saremo disponibili a confrontarci con serietà nelle sedi opportune e ad assumerci le responsabilità del caso.

Diversamente si rischierebbe di attuare scelte errate che si ripercuoteranno inevitabilmente anche per il futuro e che UNISIN non può condividere.

Milano, 14 settembre 2016

UNISIN GRUPPO INTESA SANPAOLO