Home Comunicati Comunicati 2020 Le Nostre Richieste: Sicurezza e Buono Pasto per Tutti

Le Nostre Richieste: Sicurezza e Buono Pasto per Tutti

Da più di un mese viviamo in uno stato d’emergenza a causa di un virus che da semplice influenza in pochi giorni è diventato pandemia, costringendo tutti a ripensare il proprio stile di vita, Aziende comprese: e ovviamente fra queste anche la “prima Banca del Paese”. Che dire? Molti accorgimenti sono stati presi sino ad oggi, ma la strada è purtroppo ancora lunga e l’impressione è che si navighi a vista e a tratti anche improvvisando. In parte tutto questo è comprensibile. Ciò che non è invece possibile tollerare sono scelte che sembrano dettate contro ogni ragione. Andiamo per gradi.

DISPOSITIVI INDIVIDUALI DI PROTEZIONE

Da subito abbiamo chiesto a gran voce di mettere a disposizione dei Colleghi tutto quanto potesse farli operare in tranquillità: mascherine, guanti e gel igienizzante, oltre ai pannelli di plexiglass. Il gel è arrivato, insieme ai nastri colorati per delimitare gli spazi, in alcune zone con notevole ritardo. Di mascherine e guanti in molte filiali non se ne vede neanche l’ombra… nonostante oramai sia di dominio pubblico che siano, insieme, e non alternativamente alla regola del distanziamento, dispositivi di tutela ESSENZIALI. La nostra richiesta di posizionare pannelli di plexiglass non è per niente tenuta in considerazione e la risposta negativa deriverebbe dal fatto che necessitano di manutenzione: devono essere puliti!!!  Questo è inaccettabile!

Un’ultima chiosa sulle mascherine: anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta ritornando sui propri passi, ammettendone la loro utilità indipendentemente dal distanziamento sociale. Proprio in queste ore le regioni Lombardia e Veneto hanno emesso delle ordinanze che, in assenza di mascherine, prevedono l’adozione di sciarpe e foulard “per tutti”. Ci chiediamo: questa soluzione, tipica del fecondo genio creativo italiano, farà sì che -con il caldo che sta facendo in questi giorni- nelle nostre filiali i colleghi si dovranno vestire come se si recassero a Cortina? Ci siamo permessi di provare a sdrammatizzare l’argomento, ma il problema è serio, serissimo, e deve essere risolto.

FERIE

La dichiarazione aziendale del 18 marzo riguardante i 6 giorni di ferie “regalati” è stato un indubbio e concreto gesto di ringraziamento nei confronti di tutti i Colleghi che sono in prima linea. Dopo un paio di settimane però è arrivata la doccia fredda con una comunicazione di segno opposto: l’obbligo (guarda caso) di utilizzare 6 giorni di ferie entro il 30 aprile. Quello che non comprendiamo è innanzitutto:

– a cos’è dovuta questa decisione unilaterale dell’azienda;

– l’applicazione prevista in maniera indiscriminata e rigida;

– soprattutto, l’estrema brevità dei termini di programmazione e fruizione che, uniti all’attuale incertezza di coloro che potranno essere gli effettivi beneficiari dei 6 giorni di ferie aggiuntive, e alle continue Ordinanze, hanno contribuito a creare un inutile clima di tensione e preoccupazione tra le persone.

SMART WORKING

L’argomento merita una nota a parte. Sicuramente sono stati fatti dei passi avanti, superando normative e perimetri sino ad ora inaccessibili. La rapidità (tenuto anche conto del contesto esterno e delle difficoltà nei trasporti) nella consegna della strumentazione informatica è stata sicuramente un gesto di responsabilità e attenzione da parte dell’Azienda. Tuttavia come Unisin lanciamo una proposta che pensiamo possa trovare ampi consensi: chiediamo alla Banca, sulla scia delle c.d. “buone pratiche” adottate da altre aziende che in questo momento di emergenza hanno sperimentato nuove forme di welfare per i loro dipendenti, di riconoscere il buono pasto a tutte le Colleghe e Colleghi che lavorano in smart working e smart learning.

La mancata erogazione era ricollegata ad un accordo che prevedeva un’applicazione molto limitata dello smart working. L’attuale situazione, che però lo ha esteso a buona parte dei dipendenti e per tempi prolungati, a nostro giudizio rende superata questa limitazione e, di conseguenza, necessario prevederne l’erogazione anche per tutti coloro che lavorano da casa.  Riteniamo altresì che l’estensione ai colleghi di filiale debba avere la finalità, pur nel rispetto dell’apertura in quanto servizio essenziale, di permettere agli stessi di lavorare da casa per un maggior numero di giornate rispetto a quanto già previsto con la formazione flessibile.

Chiederemo alle Delegazioni Trattanti che, in occasione del prossimo incontro in call conference con l’Azienda, sottopongano tali proposte, nella convinzione che, a fronte di una situazione pesante e che purtroppo non esaurirà la sua fase in tempi brevi, siano condivise le citate soluzioni volte a riconoscere lo sforzo e il sacrificio quotidianamente profuso dalle Colleghe e dai Colleghi del Gruppo. Colleghe e Colleghi spesso oggetto di insulti e violenze puntualmente denunciate al Ministro dell’Interno per il tramite dei nostri Segretari Generali, i quali sono costantemente impegnati con ABI e con tutte le altre Autorità competenti, affinché nessuno dimentichi, tra le altre cose, che I BANCARI SONO PERSONE CHE RISCHIANO LA PROPRIA SALUTE OGNI GIORNO PER FARE SOLO IL LORO DOVERE (e questo anche se nessuno li ringrazia).

Sabato, 4 aprile 2020

UNISIN Coordinamento territoriale Lombardia e Veneto

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