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COMUNICATO RISERVATO ALLE STRUTTURE

Alla luce dei recenti accordi sottoscritti con l’ABI riguardanti l’emergenza COVID-19 ed in particolare al Verbale di riunione del 12 maggio – che ha integrato il Protocollo condiviso con la stessa Associazione datoriale il 28 aprile – la Segreteria Nazionale ritiene opportuno intervenire per chiarire alcuni aspetti operativi derivanti dai suddetti Accordi in considerazione dei vari quesiti posti da alcune Associazioni, Strutture e Referenti.

In primo luogo, occorre ricordare un nostro intervento nel rimarcare che la Categoria è stata al servizio del Paese e della collettività sin dai primi drammatici giorni dell’emergenza anche nel momento in cui gran parte delle attività erano bloccate dalle disposizioni governative.

Nella fase che inizierà il giorno 18 maggio le banche dovranno necessariamente continuare a supportare le varie attività che, tra le notevoli difficoltà logistiche derivanti dalle limitazioni imposte dalla presenza ancora importante del virus, non potranno certamente fare a meno dell’operatività affidata al nostro Settore.

È evidente che la gestione per appuntamenti, così come effettuata sinora, non era sostenibile sine die, né era adeguata ad affrontare l’operatività del Settore in un contesto nel quale molte attività produttive e commerciali riprenderanno ad operare pressocché a pieno regime.

Peraltro, è doveroso evidenziare che molti aspetti delle nuove previsioni sono maggiormente tutelanti per i nostri colleghi.

In base alle regole oggi in essere, la filiale avrebbe potuto infatti fissare più appuntamenti contemporaneamente, anche in numero superiore rispetto alle postazioni (cassa e/o gestori) presenti in filiale.

Inoltre, determinare un tempo medio di quindici minuti per appuntamento (come avvenuto in tantissime realtà) ha portato spesso ad un incremento del numero dei clienti in attesa.

L’accordo sottoscritto il 12 maggio che, come detto, integra quello del 28 aprile prevede espressamente che in filiale non possano essere presenti contemporaneamente più clienti rispetto non a tutti gli addetti comunque presenti a qualsiasi titolo ma a quelli effettivamente ed esclusivamente disponibili a poter ricevere la clientela (“lavoratrici/lavoratori al momento disponibili per il servizio alla clientela”). I suddetti accordi hanno, quindi, lo scopo di stabilire norme comportamentali precise o oggettive, evitando interventi discrezionali che potrebbero mettere a rischio la salute dei colleghi e della stessa clientela.

Quanto sopra, in termini di salvaguardia, è assolutamente esplicativo. Non va poi dimenticato che proprio l’accordo del 28 aprile, fra le altre cose, prevede che – ai sensi dell’art 2, comma 6, ultimo periodo del DPCM 26 aprile 2020 – la mancata attuazione del protocollo stesso che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la sospensione dell’attività (chiusura sportello) fino al rispristino delle condizioni di sicurezza.

Il problema delle eventuali code all’esterno delle filiali, seppur possa rappresentare una comprensibile preoccupazione per i Colleghi, andrà quindi gestito attenendosi alle indicazioni contenute negli accordi sopra ricordati.

In caso di disordini o assembramenti si dovrà provvedere a far intervenire la Forza Pubblica che, come noto, è stata già allertata dalle segreterie nazionali – attraverso una specifica richiesta al Ministro dell’Interno ed ai Prefetti – rispetto a situazioni di tal genere.

Altrettanto importanti sono, infine, le previsioni sull’obbligo di ripristino della prenotazione telefonica e della riduzione dell’operatività delle agenzie bancarie nelle zone in cui l’aggravamento del rischio sanitario comporterà l’adozione di più rigorose misure di contenimento della mobilità dei cittadini da parte delle istituzioni. Nelle filiali dovrà essere rispettato sempre il mantenimento della distanza di sicurezza e dovrà essere garantita la disponibilità di dispositivi di protezione individuale. Sempre il protocollo del 12 maggio interviene, infine, sulla questione “test sierologici” e introduce importanti novità sul capitolo “esigenze genitoriali”.

È indispensabile a questo punto, ricordare anche alcuni degli ulteriori passaggi essenziali del protocollo del 28 aprile. Il quadro di tutele va infatti letto e considerato nel suo complesso, come un insieme di misure che agiscono sinergicamente:

  • Ricorso prioritario ai canali remoti per la clientela;
  • Riduzione accesso fornitori;
  • Nelle aree a maggior rischio, conferma appuntamento e riduzione operatività;
  • Ricorso autorità competenti in caso di picchi affluenza in filiale;
  • Presenza alternata nei luoghi di lavoro;
  • Ampliamento fasce orarie in ingresso e uscita;
  • Limitazione spostamenti nelle sedi aziendali e per le riunioni;
  • Conferma misure su mancato completamento aggiornamento formazione obbligatoria;
  • Lavoro agile;
  • Conferma misure relative a contenimento infezione;
  • Conferma misure relative a servizi navetta;
  • Conferma misure su pulizia, sanificazione locali,

In conclusione, occorre ricordare che alcune aziende non applicheranno il nuovo protocollo del 12 maggio già dal giorno 18 ma si sono riservate più tempo per l’organizzazione interna.

Sta a noi Dirigenti sindacali, cui questa riflessione è destinata, rendere operative queste disposizioni, a livello di Gruppo / Aziende ed in maniera unitaria con le altre Organizzazioni sindacali, aiutando i colleghi ad interpretarle correttamente per la loro stessa incolumità.

LA SEGRETERIA NAZIONALE

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