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TI VOLEVO RINGRAZIARE…

Gentile Dottor Barrese,
“empatia, collaborazione, riconoscimento”, questi i tre pilastri sui quali – nella missiva fatta pervenire ad ogni Collega il 31 marzo scorso – Ella assicura la continuità del Suo impegno, sollecitando quello dei destinatari.
Auspicando sinceramente che Intesa Sanpaolo venga riconosciuta la migliore banca d’Europa, dove sia un privilegio ed una fortuna per tutti noi poter lavorare, esprimiamo viva soddisfazione e compiacimento per i lusinghieri risultati ottenuti, riconoscendone il merito a Lei ed ad ogni Collega – nessuno escluso – che si è seriamente ed onestamente impegnato in tal senso, dando concretezza ai condivisibili valori da Lei così ben descritti.

Subito dopo la Sua missiva, però, sono pervenuti alla nostra Associazione, e continuano a pervenire, un gran numero di segnalazioni e commenti da parte di Colleghi che chiedono a noi di farli emergere, poiché temono che – agendo diversamente – vengano esercitate nei loro riguardi possibili “ritorsioni”, anche di “tipo indiretto”.

Lo facciamo volentieri, convinti che Ella non sia probabilmente a diretta conoscenza dell’insostenibile problema segnalato che può seriamente compromettere il successo del Suo progetto.
Il “male oscuro” che viene a più voci denunciato si chiama “pressione commerciale eccessiva, ingiustificata ed intollerabile” rispetto alla normale attività commerciale che ogni Azienda ha il diritto di poter esercitare.
Ecco brevi estratti dalle segnalazioni, efficaci nel descrivere l’aria che si respira: “Empatia … avrei molto piacere che Lei si mettesse nei nostri panni e subisse quello che subiamo noi dai nostri superiori e non parlo certamente di chi come noi vive quotidianamente nella rete, ma di chi a parole parla di rispetto della dignità delle persone e nei fatti fa ben altro”.

Ed ancora “Riconoscimento … mi accontenterei anche della vecchia pacca sulle spalle, se questa arrivasse in modo onesto, invece di subire continue pressioni (come più volte denunciato dai sindacati) in cambio di un premio di poche centinaia di euro lordi, a cui rinuncerei volentieri se queste stesse pressioni ormai insopportabili, venissero quanto meno ridotte”.
Quel che più sconcerta è che non si tratta di pochi casi isolati, ma purtroppo di un male diffuso: il clima di lavoro che Lei così ben descrive nella sua missiva – dottor Barrese – è in molte delle nostre realtà un ambiente ideale, ma non reale.

Converrà con noi che, affinché il Suo progetto possa avere successo, è impensabile rinunciare all’opportunità che le Persone denuncino – senza rischio di ritorsioni – ostacoli così odiosi come quelli evidenziati ed è doveroso che quanto denunciato venga fatto immediatamente cessare.

Le pressioni commerciali indebite, trasformate in “oppressioni”, si alimentano di rappresaglie e paure, negano il diritto al rispetto e la dignità delle Persone, alimentano insicurezze, ingiustizie, insensate competizioni, vergognosi e controproducenti isolamenti e costituiscono il rischio più serio e concreto che la Sua azione ed il Suo sogno vengano di fatto affossati.
I primi provvedimenti adottati finora sul tema dall’Azienda sono un primo positivo segnale, ma certamente non bastevole a stroncare un fenomeno non oltre tollerabile: va fatto di più, di meglio e subito.
Siamo certi – Dottore – che Ella saprà comprendere e trarre le debite conclusioni ed azioni.
Noi – per quanto ci compete – saremo al Suo fianco.

Milano, 1 aprile 2016
LA SEGRETERIA AZIENDALE UNISIN FALCRI SILCEA

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