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INTRUM : Gestione dell’Emergenza. Dall’Azienda Esigiamo Trasparenza e Risposte!

Abbiamo appreso dai lavoratori nella tarda serata di ieri che si è verificato un caso di positività al test del Nuovo coronavirus – COVID 19 presso la sede di aziendale di Via Galilei a Milano.

Riguarderebbe, a quanto pare, una persona che non è dipendente di Intrum Italy ma che ha comunque frequentato per lavoro i suddetti locali.

L’Azienda ha scritto ieri sera ai soli colleghi di via Galilei invitandoli a rimanere a casa in smart working o in permesso retribuito ad hoc in quanto la sede, com’è ovvio, chiuderà per il periodo di quarantena previsto e per le dovute operazioni di sanificazione.

Inoltre tutti i colleghi che possono essere entrati in contatto con la persona infetta verranno contattati privatamente dall’Azienda per applicare il protocollo stabilito dalle autorità sanitarie (quarantena obbligatoria ed eventuale tampone).

Come Organizzazioni Sindacali riteniamo questa misura, pur corretta, insufficiente.

La comunicazione di ieri sera (estesa in mattinata a tutti) andava infatti indirizzata subito a tutti i dipendenti Intrum Italy che a vario titolo possono aver frequentato di recente quei locali e devono quindi poter mettersi in quarantena consapevoli dei rischi per sé stessi e per gli altri.

Alla luce del preoccupante episodio, vogliamo anche sapere quali ulteriori indicazioni e misure di prevenzione e di contrasto si stanno predisponendo per tutti i colleghi di Milano e di tutte le altre città più o meno investite dal diffondersi dell’epidemia. In particolare chiediamo che vengano effettuati controlli e valutata la quarantena per le strutture dove ci sono lavoratori che hanno frequentato di recente la sede di via Galilei o che hanno avuto contatti con colleghi provenienti dalla suddetta sede (come avvenuto ad esempio in via Terraggio stando a quanto riferitoci dai lavoratori).

Stigmatizziamo con forza che ancora la scorsa settimana, in piena emergenza, ci fossero Responsabili e dipendenti che, provenendo da uffici anche di altre città, in barba al blocco delle trasferte, continuavano a frequentare quella sede, come ci è stato confermato da chi ci lavora.

Osserviamo che il buon senso necessario a contrastare con serietà l’epidemia imporrebbe anche a chi è Responsabile di più uffici sparsi sul territorio di fermarsi in una sola sede per qualche settimana (o meglio ancora lavorare da casa) evitando di fare la spola e di diventare suo malgrado un potenziale veicolo di contagio.

Chiediamo all’Azienda che intervenga con decisione su queste situazioni fermandole immediatamente!

Chiediamo poi conferma all’azienda circa la notizia che abbiamo appreso dai lavoratori e che, se fosse confermata, riterremmo grave, secondo la quale la scelta saggia di mettere tutte le partite IVA di Intrum Law in smart working sarebbe stata cambiata proprio nel momento più critico, ovvero in questa settimana, richiamandole inspiegabilmente negli uffici.

Tralasciando il fatto che un collaboratore esterno per definizione può lavorare con tempi, luoghi e modalità del tutto libere rispetto ad un lavoratore dipendente, l’irrazionalità di una simile decisione presa adesso avrebbe dell’incredibile! Tanto più in una fase nella quale, anche in Intrum Italy, si profonde ogni sforzo per mettere quante più persone possibili in smart working allo scopo di ridurre al massimo le presenze nei luoghi di lavoro, contendendosi – ci duole doverlo sottolineare – i pochissimi portatili resi disponibili a causa della miopia aziendale. Sui tempi delle nuove forniture, ordinate purtroppo con colpevole ritardo, non si hanno notizie certe ma ci auguriamo vivamente che siano brevi e utili ai fini dell’emergenza in atto.

Il momento è chiaramente drammatico per l’intero Paese ma non tutti sembrano averlo compreso e c’è ancora, purtroppo, chi antepone il business e la produttività alla doverosa tutela sanitaria di tutti, come se Intrum Italy fosse una bolla avulsa da un contesto nel quale, com’è noto, mentre prosegue la conta dei morti e dei malati gravi, chiudono i tribunali, le Aziende sono costrette a sospendere le attività e perfino incassare un assegno diventa impossibile.

C’è chi si affretta a rassicurare gli investitori e i clienti pianificando già un nuovo Contest (!) e poi ci sono alcuni Responsabili che, con scarsissima sensibilità, continuano a fare pressioni sugli incassi, accusano i lavoratori di strumentalizzare l’emergenza per non lavorare e minacciano conseguenze sulle valutazioni in relazione al loro comportamento in questo momento critico.

Tutto ciò è inaccettabile! Restiamo umani: per noi le persone e la loro salute psicofisica vengono prima di tutto il resto.

L’Azienda dimostri coi fatti che condivide questo nostro pensiero e condanni i comportamenti non in linea!

Chiediamo conferme o smentite all’Azienda anche a proposito dell’intervista che avrebbe rilasciato il CEO di Intrum Ericson ad una testata straniera, che, se confermata nei contenuti che stanno circolando, non contribuisce a rasserenare il clima in quanto dipingerebbe uno
scenario italiano non del tutto rispondente al vero e porrebbe seri dubbi sulla tenuta di Intrum in Italia.

Proprio ieri, infine, sono state pubblicate in Intranet aziendale regole in materia di orario di lavoro e ferie che già ad una prima lettura presentano gravi errori rispetto alle norme previste dalla Legge, dal CCNL e dal Contratto Collettivo di Secondo Livello vigenti. Torneremo più approfonditamente sull’argomento ma non possiamo non far notare la gravità del fatto e invitiamo i lavoratori a prendere con le pinze il documento pubblicato dall’Azienda e a fare sempre riferimento alla Legge, alla normativa INPS, al CCNL e al Contratto di
Secondo Livello come fonti certe della normativa.

Viste la criticità della situazione e l’urgenza delle questioni qui poste, chiediamo all’Azienda di avere subito un incontro a distanza che possa fare chiarezza e rassicurare i lavoratori, preoccupati e fortemente provati dall’emergenza. Se non riceveremo un riscontro a questa nostra richiesta entro la giornata di domani apriremo una vertenza chiedendo che venga convocato il Comitato di Consultazione.

Resta fermo quanto da noi preannunciato nel precedente comunicato in merito all’eventuale ricorso alle autorità competenti sull’emergenza sanitaria se riterremo che le risposte e le soluzioni fornite non siano coerenti con l’esigenza di tutelare la salute dei lavoratori e con l’evidente gravità della situazione.

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