
Restituire una bottiglia vuota e ricevere un rimborso immediato: in molti Paesi europei e non solo è una pratica consolidata, radicata nella cultura civica e ambientale. In Italia, invece, il “vuoto a rendere” resta una sperimentazione limitata, poco diffusa e poco conosciuta. Ma guardando alle esperienze internazionali emerge chiaramente una verità: il sistema del deposito cauzionale (Deposit Return System – DRS) funziona ovunque venga applicato in modo serio e obbligatorio.
Italia: una sperimentazione ancora fragile. Nel nostro Paese il “vuoto a rendere” è stato introdotto nel 2018 solo su base volontaria e limitato ad alcune tipologie di contenitori in vetro (birra e acqua minerale). Non esiste dunque un obbligo generalizzato.
Alcune catene di supermercati hanno installato eco-compattatori che offrono buoni sconto o punti fedeltà, ma si tratta di iniziative isolate. Il risultato è una copertura disomogenea e tassi di recupero ben lontani da quelli dei Paesi più virtuosi.
In Europa: esistono casi di successo
Diversi Stati europei hanno adottato con successo il DRS:
- Danimarca: pioniera del sistema, con oltre il 90% di ritorno.
- Svezia e Norvegia: sistemi attivi dagli anni ’80, recupero quasi totale di bottiglie e lattine.
- Lituania: dal 2016 al 2018 ha raggiunto un tasso di raccolta del 92%.
- Paesi Bassi e Finlandia: modelli consolidati con reti capillari di macchine automatiche.
- Scozia: ha approvato l’introduzione del DRS, anche se con ritardi nell’
Nel resto del mondo…Il vuoto a rendere funziona anche oltre i confini europei:
- Canada: diversi sistemi provinciali con cauzioni e rimborsi diretti.
- Stati Uniti: 10 Stati (tra cui California, Oregon e New York) prevedono depositi da 5 a 10 centesimi di dollaro.
- Australia: programmi “Return and Earn” in diversi Stati federali, con 10 centesimi di rimborso per contenitore.
- Israele: sistema attivo per bottiglie in plastica e vetro.
Ovunque sia applicato in maniera strutturata, il risultato è lo stesso: oltre l’80–90% dei contenitori viene recuperato.
Perché serve anche in Italia…perché un sistema nazionale di vuoto a rendere porterebbe:
- Benefici ambientali: drastica riduzione dei rifiuti plastici e aumento del riciclo.
- Benefici economici: minori costi di gestione per i Comuni e creazione di nuova occupazione nella filiera.
- Benefici culturali: sviluppo di una coscienza civica orientata alla sostenibilità e alla responsabilità collettiva.
Come Coordinamento Donne & Pari Opportunità UNISIN guardiamo al vuoto a rendere non solo come a una misura tecnica, ma come a una scelta culturale. Un gesto semplice – restituire una bottiglia vuota – racchiude un significato profondo: la responsabilità individuale che si traduce in beneficio collettivo.
Le donne, spesso prime custodi dei comportamenti quotidiani legati al consumo e alla sostenibilità, sanno quanto sia importante trasformare le buone pratiche in abitudini condivise. Per questo crediamo che il vuoto a rendere possa diventare anche in Italia un’occasione di educazione civica, di pari opportunità e di costruzione di un futuro più giusto e sostenibile per tutte e tutti.
Coordinamento Donne & Pari Opportunità Unisin





