
Analizzare il presente, per pensare al futuro delle nuove generazioni
Il 12 agosto si celebra la Giornata Internazionale della Gioventù. Una ricorrenza annuale che si propone di mettere in risalto le potenzialità dei giovani per uno sviluppo costruttivo dell’intera società. Un’occasione per riflettere sul presente delle nuove generazioni e fare il punto sui fenomeni che ne potrebbero condizionare, favorevolmente o sfavorevolmente, il futuro a partire dalle prime fasi dell’età evolutiva. Un’occasione in più per analizzare la qualità delle relazioni, non solo tra i ragazzi, ma anche in ambito familiare e nell’ambiente esterno alla famiglia. Se esiste una stretta connessione tra i comportamenti dei ragazzi e l’esempio fornito dai loro adulti di riferimento, il tentativo di prevenire e rimuovere gli ostacoli allo sviluppo positivo della società non può prescindere da un continuo e accurato monitoraggio della qualità di queste correlazioni familiari e sociali. Proprio in questa connessione intergenerazionale si percepisce chiaramente la grande responsabilità degli adulti nei confronti dei bambini, dei ragazzi, dei giovani. Genitori, insegnanti, responsabili dei centri d’aggregazione; nessuno è escluso dalla ricerca di un approccio attento e pragmatico alle esigenze delle nuove generazioni, con l’obiettivo di rimuovere ogni ostacolo che possa pregiudicare sani percorsi di crescita ispirati alla non violenza, al rispetto delle donne, alla giustizia, alla democrazia, alla cultura, alla pace. Se osserviamo la realtà dei ragazzi e dell’ambiente in cui crescono (come punto di partenza nella costruzione di un buon futuro per loro), le preoccupazioni non mancano. Tanti sono i giovani esemplari che s’impegnano nel sociale, muovono start up sostenibili, contribuiscono alle scoperte scientifiche, svolgono i lavori più svariati con onestà e serietà. Ma non mancano comportamenti critici che mettono a dura prova la tenuta delle famiglie e della società. Bullismo, cyberbullismo, calo nella qualità della formazione e del rendimento scolastico, impoverimento del linguaggio, diffusione della violenza e delle baby gang, consumo di alcol e droga, abbandono della coscienza critica, utilizzo abnorme e incontrollato dei social sono un campanello d’allarme da non sottovalutare. Altre preoccupazioni s’intravedono nel possibile effetto moltiplicativo e imitativo di comportamenti inadeguati o patologici che, propagandosi attraverso la rete, minacciano la salute mentale e fisica dei ragazzi. Lo studio ESPAD®Italia 2024 del Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ifc) evidenzia come il fenomeno del cyberbullismo sia in continuo aumento. I dati che riguardano gli studenti italiani sono allarmanti: oltre 1 milione gli studenti tra i 15 e 19 anni (47%) che, nell’anno 2024, hanno subito episodi di cyberbullismo. Le modalità d’aggressione sono sempre più inquietanti: dagli insulti nelle chat di gruppo o sui social fino alla diffusione non autorizzata di video e immagini personali. Molto spesso autore e destinatario del cyberbullismo sono la stessa persona (cyberbullo-vittima). Un quarto degli studenti (circa il 23%) ammette di aver ricoperto il duplice ruolo di vittima e autore del comportamento bullizzante. Tante le altre problematiche (direttamente o indirettamente collegate all’uso eccessivo e patologico di internet e cellulare) che possono condizionare negativamente la vita dei ragazzi: ghosting (brusca interruzione della comunicazione con una persona che così viene isolata); phubbing (preferenza verso il telefono rispetto alle persone presenti nello stesso luogo); hikikomori (isolamento sociale); propensione al gioco d’azzardo o alla violenza psicologica in rete che può sfociare in violenza fisica nei luoghi di ritrovo; calo dei risultati scolastici e abbassamento del livello culturale con regressione del senso critico. Le prove INVALSI 2025 segnalano un peggioramento nei risultati scolastici e un conseguente aumento del numero degli studenti che si iscrivono alle superiori con competenze inadeguate. A fronte di una diminuzione della dispersione scolastica, con un meridione che migliora i suoi dati, cresce il divario qualitativo tra Nord e Sud. Un Mezzogiorno che presenta il maggior numero degli studenti con livello molto basso dei risultati scolastici rischia di dover rinviare, ancora una volta, il suo definitivo riscatto dalle condizioni di mancato sviluppo. Se i problemi sono tanti e non si limitano al sud dell’Italia, la strada da seguire non può esaurirsi nelle celebrazioni e negli spot che raccomandano di tenere o non tenere un determinato comportamento con frasi del tipo “rispetta il tuo compagno” o “non drogarti”. Ma diventa indispensabile un adeguato supporto istituzionale alle famiglie, alle scuole, ai centri di aggregazione sociale che possa tradursi in comportamenti quotidiani esemplari da parte di ogni adulto chiamato a interagire con un minore perché cresca nel rifiuto della violenza, dell’alcolismo, dell’uso di sostanze stupefacenti, del bullismo. Un supporto che non obblighi il ragazzo a seguire una strada tracciata da altri, ma che lo accompagni nella ricerca del proprio percorso di vita in completa autonomia e nel pieno rispetto dei suoi diritti (allo studio, alla valorizzazione delle proprie capacità, alla convivenza pacifica, all’inclusione…) e delle attitudini personali.
In questa giornata dedicata alle nuove generazioni, il sindacato UNISIN Confsal rimarca con forza la necessità della prevenzione (da ogni minaccia che, ostacolando il percorso di crescita dei ragazzi, possa condizionarne negativamente il futuro) e della programmazione di buoni percorsi educativi e formativi per la valorizzazione di ogni singola capacità e per lo sviluppo positivo dell’intera società.
Brunella Trifilio
Coordinamento Donne & Pari Opportunità





