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Banca depositaria: siamo sotto i riflettori

Come annunciato nel ns. falcrinforma flash di ieri, è ripresa oggi, 25 febbraio 2010, la trattativa su banca depositaria. abbiamo ribadito all’azienda che il testo sottopostoci, senza neppure entrare troppo nel merito, è incompleto poiché privo della nostra richiesta tesa ad ottenere il distacco o la volontarietà o alternative parimenti garantiste. la falcri ha definito altresì elemento di rilevante importanza la partecipazione alla trattativa dell’acquirente americano state street. non va sottovalutato infatti che l’acquirente deve essere più che mai vincolato al rispetto degli impegni presi nei confronti del personale interessato, trattandosi di un ente straniero. dal canto suo l’azienda ha continuato a ritenere come non percorribili né l’ipotesi del distacco, né quella della cessione volontaria del contratto. mentre, per quanto riguarda l’impegno di state street si è limitata ad una apertura circa qualche sporadica apparizione in trattativa dell’acquirente, tuttavia di tipo non vincolante. registriamo con estremo rammarico questo atteggiamento, tanto più che segue di poche ore le ampie rassicurazioni forniteci e tese – così è stato dichiarato – “a creare un clima di lealtà, di reale ed oggettiva disponibilità a riempire di contenuti l’accordo, affinchè tutte le parti si riconoscano in esso condividendolo”. dall’altra parte non possiamo tacere la preoccupazione che ci deriva dalla posizione di chi – anche in questo frangente e nonostante tutto quanto accaduto – non fa altro che trincerarsi dietro lo “scudo” dell’accordo del 23 marzo 2009, e che – purtroppo come da noi ampiamente previsto – dimostra di non costituire vincolo, barriera, o garanzia alcuna, risultando nei fatti uno “scudo di cartone”. questo ancor di più alla luce della sentenza del giudice che, chiamato a decidere, ha sancito solo l’antisindacalità del comportamento aziendale. in parole povere, sono state giudicate non corrette le modalità di comunicazione utilizzate dall’azienda nella prima fase dell’operazione nei confronti dei sindacati. bisogna però anche ricordare (cosa che non viene mai ribadita) che il giudice ha contemporaneamente sancito la piena legittimità del negozio traslativo che intesa sanpaolo ha stipulato con state street, e che non è stato inficiato dall’inosservanza delle procedure sindacali. questo significa che i lavoratori si ritrovano al punto “zero” e – se vorranno – potranno individualmente ricorrere in giudizio (come prevede il nostro ordinamento), ancorchè assistiti dal proprio sindacato. sbandierare tutto questo come una “vittoria” è scorretto: il ricorso dei singoli lavoratori ai gradi di giudizio per dirimere una materia che era invece nella più ampia disponibilità delle organizzazioni sindacali è una amara sconfitta, per tutti. auspichiamo che il senso di responsabilità di tutti faccia convergere gli attori su soluzioni valide, concrete, non demagogiche. in merito alla vicenda l’azienda ha dichiarato ieri che banca d’italia, state street, il mercato ci guardano … noi aggiungiamo: “speriamo che i riflettori accesi aiutino a non lasciare – questa volta – angoli in ombra”. la delegazione trattante di gruppo milano, 25 febbraio 2010